BLASE o Blasepheme (1980 Parigi, Francia) viene presentato come il “pittore-hacker”. Lavora con vecchie tele, le modifica, le distorce e le trasforma. Il suo gioco anacronistico confonde lo spettatore, manipolandone la mente per insinuare il dubbio e per poi dare finalmente ordine alla sua percezione. Attraverso la sua esperienza e i suoi metodi, Blase ha guadagnato una reputazione importante nel mercato dell’arte tradizionale, ma il suo lavoro è fermamente contemporaneo. Questi mondi radicalmente in conflitto, così spesso chiusi l’uno all’altro, sono messi in relazione. La sua satira moderna e degna di nota punta il dito su una realtà ovvia alla quale solo lui potrebbe porre la nostra attenzione. Le sue azioni sono sempre sottili e rispettose dei protocolli della restaurazione classica.
Blase inietta un nuovo livello di complessità alla relazione tempo / immagine che pone domande e alla fine impone una prospettiva diversa. Con una libertà che si libera dalla correttezza politica, il suo lavoro suggerisce un pensiero crudo, potenzialmente persino profetico in questi tempi tormentati. Grazie ai suoi metodi radicali non trova difficoltà nel trasmettere il suo forte messaggio. L’obiettivo di Blase è soprattutto quello di riportare il buon senso in una società corrotta da un aumento del consumo e di abrogare una forma di sistema che annoia e aborrisce. Con la riappropriazione di vecchi dipinti, Blasepheme allo stesso tempo rifiuta e nega la struttura e la cultura dell’«immagine».