Nella sua personale visione, Thomas Braida ingloba la realtà, la mette sotto sopra e la nutre di citazioni, di ironia, dell’ inverosimile, della mitologia della la cultura pop. Le sue serie di lavori con maestria ribaltano i temi iconografici di epoche e movimenti artistici diversi. Nelle nature morte in cui fanno incursione animali e oggetti inconsueti, nella pittura di paesaggio – diurni, notturni, marine -, nella rappresentazione di donne amazzoni anche al mare, nelle danze macabre dove lo scheletro stesso esorcizza il suo ruolo di figura giudicante. Tutti dettagli che a un primo impatto ci faranno sorridere, per poi scoprire che intorno a loro succedono eventi altri, più grandi e bizzarri. A volte gli stessi di cui la cronaca ci informa quotidianamente: Braida li fa esplodere rendendoli paesaggi incantati o trasformandoli in creature diverse e figure allegoriche e disincantate.
«Non so se il sensato o insensato siano i termini giusti, nel mio caso è come un allineamento di elementi in una sensazione visiva: quando ogni parte del lavoro, dal colore, al segno, alle piccole cose dipinte, ai significati, ogni elemento che per me caratterizza il quadro cominciano a creare un’armonia, delle note anche sgraziate o “insensate”, e in un attimo (che col tempo un pò riesci a prevedere) scatta un click, come di una serratura. Si apre ed ecco il quadro».
(Thomas Braida in conversazione con Luca Bertolo)
In occasione della mostra è stato presentato il nuovo libro di Thomas Braida Grandi Piccolini / The Shape of Paint to Come con un testo a cura di Luca Bertolo, graphic design Luca Cremona, edito da ShowDesk.